Gestione dei piani nella composizione dell’immagine │Composizione

Gestione dei piani nella composizione dell’immagine │Composizione

COME GESTIRE I “PIANI” Gestione dei piani nella composizione dell’immagine Composizione

Ogni fotografo, ha la possibilità di definire quali elementi sono più importanti di altri con la gestione dei piani nella composizione dell’immagine.

È in fondo normale sentire la citazione “essere messi in secondo piano” per indicare una perdita di importanza, al contrario spesso avrai sentito dire “fagli un primo piano” per indicare che un soggetto deve essere “esaltato” e reso più importante.

Puoi gestire questo grazie alla profondità di campo, ovvero decidendo quali elementi devono essere “nitidi” e quali “sfocati” ad esempio.

Gestione dei piani nella composizione dell’immagine Composizione

IL PRIMO PIANO IN UNA FOTO DI RITRATTO

Un esempio classico è quello di fotografare una persona o elemento facendo in modo che sia perfettamente nitido, mentre lo sfondo completamente sfocato.

Giocando con l’apertura del diaframma e le focali hai modo di decidere cosa far apparire “nitido” e cosa “sfocato”.

Questa è una tecnica basilare e semplice per mettere il soggetto nitido in “primo piano” mentre lo sfondo risulterà totalmente uniforme e privo di elementi distinguibili (e che possono distrarre l’osservatore).

Allo stesso modo però puoi anche decidere di dare importanza a “tanti” elementi del fotogramma (come un gruppo di persone fiori ecc ecc), per questo motivo potresti far in modo di ottenere un’ampia profondità di campo in modo che tutti gli elementi siano nitidi e contestualizzati, affinché non ce ne sia uno che prevalga sugli altri.

Ovviamente in questo ultimo caso si deve operare diversamente, in composizione, per far recepire il messaggio all’osservatore senza rischiare che si perda in una foto che non trasmette nulla.

IL PRIMO PIANO NELLA FOTOGRAFIA DI PAESAGGIO 

Se nella realizzazione di un ritratto è abbastanza semplice far esaltare il soggetto giocando con lo sfocato alle spalle della persona fotografata, le cose diventano un attimo più complesse quando si parla di paesaggi.

Prova ad immaginare l’ultima gita/uscita fatta in montagna o colline o in una città e cerca di ricordare il più bel paesaggio che hai mai visto.

Simo sicuri che di quel contesto ti ricorderai benissimo il senso di coinvolgimento e profondità e grandezza degli elementi sul piano tridimensionale: in pratica ti sentivi “dentro il paesaggio” o anche “totalmente sopraffatto” dalla maestosità di quello in cui avevi difronte e non semplicemente davanti ad una “cartolina” da osservare.

Ecco… questo è il punto. Le normali foto stile “cartolina” non riescono a darti , trasmetterti il senso di coinvolgimento ma semplicemente mostrano un determinato contesto.

Questa è la difficoltà alla quale vai in contro quando ti approcci alla fotografia di un paesaggio. Devi riuscire a dare un senso di tridimensionalità a alla scena.

Come fare?

Il modo più immediato è proprio quello di creare uno stacco con gli elementi affinché ci sia:

  • un elemento in primo piano
  • l’elemento di sfondo
  • eventuali elementi intermedi (in secondo piano)

Quindi quando ti approcci a questo tipo di fotografia fai in modo che ci sia un soggetto/elemento importante in primo piano, perfettamente in armonia con lo sfondo, e possibilmente con degli elementi intermedi.

Meglio riuscirai ad ottenere questo tipo di composizione e maggiori sono le probabilità che l’osservatore venga a sua volta coinvolto nella lettura dell’immagine; catturato dal soggetto in primo piano per poi scivolare sullo sfondo passando per gli elementi intermedi.

Ovvero sfrutterai la prospettiva , potrai ottenere qualcosa di più di una semplice cartolina.

Buona luce a tutti da macchinefotograficheonline.com