FOTOCAMERE ANALOGICHE UTILIZZO :GUIDA

La preparazione

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    Osserva i controlli principali della fotocamera. Non tutte avranno i controlli elencati di seguito, e forse qualcuna non ne avrà nessuno, quindi non preoccuparti se non trovi alcune di queste cose sulla tua macchina. È bene imparare questi concetti perché verranno trattati anche in seguito nell’articolo.
    • La ghiera dell’otturatore controlla la velocità di apertura dello stesso, ovvero il tempo per il quale la pellicola viene esposta alla luce. Le macchine più moderne, dagli anni ’60 in poi, mostreranno questo valore con incrementi regolari come 1/500, 1/250, 1/125, eccetera. Le fotocamere più vecchie talvolta usano valori più strani e apparentemente arbitrari.
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      L’apertura del diaframma impostata su f/2.8.
      La ghiera del diaframma controlla l’ampiezza dell’apertura dello stesso. Il diaframma è un meccanismo posto di fronte alla lente .I valori sulla ghiera sono solitamente espressi in numeri standard, e quasi tutte le macchine hanno i valori f/8 e f/11. Nella maggior parte delle camere il diaframma è sull’obiettivo, ma alcune reflex dagli anni ’80 in poi ne permettono il controllo dal corpo macchina. Alcuni sistemi, come per esempio la Canon EOS, sono sprovvisti di controllo del diaframma. Un’apertura maggiore (ovvero un numero più piccolo, essendo il valore espresso il rapporto tra apertura e lunghezza focale) significa una minore profondità di campo (una porzione minore della scena sarà a fuoco) e una maggiore esposizione della pellicola alla luce. Un’apertura minore al contrario lascerà entrare meno luce, e darà una maggiore profondità di campo. Per esempio, con un obiettivo da 50mm con una messa a fuoco a 2,4 metri, ad un’apertura di f/5.6, la porzione di scena a fuoco sarà quella compresa tra i 2 e i 3,4 metri. Ad un’apertura di f/16, tutto ciò che è compreso tra 1,4 e 18,3 metri sarà a fuoco.
    • La ghiera ISO, che potrebbe anche essere scritto ASA, serve ad impostare la rapidità della pellicola. In alcuni casi non è in forma di ghiera ma di pulsante. Comunque sia, questa è una regolazione necessaria per le macchine con un meccanismo di regolazione automatica dell’esposizione, poiché pellicole diverse richiedono esposizioni diverse. Per esempio, una pellicola ISO 50 richiede un’esposizione due volte più lunga rispetto ad una pellicola ISO 100. Su alcune macchine questa regolazione non è necessaria, e su alcune non è nemmeno disponibile. Le reflex analogiche più recenti riconoscono la rapidità della pellicola da alcuni contatti elettrici sul rullino. Se la tua macchina ha dei contatti elettrici all’interno dell’alloggiamento della pellicola, allora è una DX. Questo sistema solitamente è affidabile, per cui puoi evitare di preoccupartene.
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      Il selettore di modalità su una Canon
      Il selettore di modalità. Serve ad impostare diverse modalità automatiche di esposizione. È comune sulle reflex elettroniche completamente automatizzate dagli anni ’80 in poi. Purtroppo per ogni marca le modalità sono indicate con simboli diversi, per cui se sulla Nikon la modalità di priorità dell’otturatore è denominata “S”, sulla Canon si chiama “Tv”. Approfondiremo questo più avanti, per il momento tieni la ghiera su “P”, ovvero programma automatico.
    • L’anello di messa a fuoco serve appunto a mettere a fuoco l’inquadratura. Sulla ghiera le distanze spesso sono indicate sia in piedi che in metri, più il simbolo ∞, per la messa a fuoco a infinito. Alcune fotocamere, come la Olympus Trip 35, hanno dei punti di messa a fuoco contrassegnati da dei piccoli simboli.
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      Il pulsante di rilascio del rullino solitamente ubicato sul fondo della fotocamera
      Il pulsante di rilascio del rullino ti permette di riavvolgere la pellicola. Normalmente, mentre la macchina è in uso, la pellicola è ancorata in modo da potersi muovere solo in avanti senza riavvolgersi nel rullino, per ovvie ragioni. Il pulsante di rilascio del rullino sblocca questo meccanismo. Solitamente consiste in un piccolo pulsantino sul fondo della fotocamera, leggermente incassato nel corpo macchina. Su alcune macchine particolari il meccanismo è diverso e il pulsante si trova in altri punti.
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      La leva del riavvolgimento, solitamente sul lato sinistro della macchina. Notare il meccanismo a scomparsa.
      La leva di riavvolgimento ti consente di riavvolgere la pellicola nel rullino. Solitamente si trova sul lato sinistro della camera, e nella maggior parte dei casi consiste in una piccola levetta a scomparsa. Alcune macchine motorizzate non hanno questo meccanismo e il rullino si riavvolge da solo, o con un apposito interruttore.
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      Le batterie potrebbero essere già presenti, ma è bene cambiarle
      Cambia la batteria, se è presente. Quasi tutte le batterie per le reflex da 35mm sono economiche, non hanno formati proprietari come la maggior parte delle fotocamere digitali, e durano molto a lungo. Sostituisci la batteria sulla tua macchina. Alcune fotocamere più vecchie usano batterie al mercurio PX-625 da 1,35 volt, molto difficili da reperire al giorno d’oggi, e non hanno un circuito di regolazione del voltaggio per poter utilizzare le più diffuse batterie da 1,5 volt. Puoi risolvere questo problema per tentativi, scattando un rullino di foto per vedere se l’esposizione è sballata, e regolarti di conseguenza, oppure puoi collegare una batteria a bottone 675 con un pezzo di filo nell’alloggiamento della batteria
     
     
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    Controlla che non ci sia già una pellicola inserita. È un errore piuttosto comune: si impugna la fotocamera, si apre lo sportello posteriore e si scopre che c’era un rullino dentro, rovinando una parte di pellicola. Prova invece a far scorrere il rullino, premi il pulsante di scatto se è bloccato. Se la tua fotocamera ha una leva o una manopola per il riavvolgimento su un lato, la vedrai girare. (Come eseguire questa operazione su macchine motorizzate senza la leva di riavvolgimento è un esercizio per il lettore).
     
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    Carica la tua pellicola. Anche se i rullini da 35mm sono progettati per resistere alla luce, è sempre bene evitare l’esposizione diretta alla luce solare. Monta il rullino al chiuso, o almeno all’ombra. Ci sono due sistemi diversi per farlo, ma più probabilmente ne incontrerai solo uno.

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      Le macchine a caricamento posteriore sono le più diffuse, e le più semplici da caricare
      Caricamento posteriore. Le macchine a caricamento posteriore sono le più semplici e le più comuni. Hanno uno sportellino posteriore che si apre per accedere all’alloggiamento della pellicola. A volte, specialmente sulle macchine SLR, lo sportello si apre alzando la leva di riavvolgimento. Altre fotocamere avranno una leva apposita. Inserisci il rullino nel suo alloggiamento (solitamente sul lato sinistro) ed estrai l’inizio della pellicola. A volte dovrai far scorrere il capo in una fessura nel rocchetto di destra, mentre su altre macchine dovrai semplicemente allineare la pellicola ad un segno colorato. Dopo aver fatto questo, richiudi lo sportellino. Alcune macchine avvolgono automaticamente la pellicola fino al primo scatto, altrimenti scatta due o tre foto a vuoto. Se hai un contatore di scatti, premi lo scatto a vuoto finché non si posiziona sullo zero. Alcune camere più vecchie contano al contrario, quindi dovrai impostare manualmente il contatore al numero di scatti della pellicola. Usa la procedura descritta nel passaggio precedente per verificare il corretto montaggio della pellicola.
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      Una vecchia FED con caricamento dal fondo
      Caricamento dal fondo. Le macchine con caricamento dal fondo, come le prime Leica, Zorki, Fed e Zenit sono più rare e anche più complicate da usare. Dovrai tagliare fisicamente il capo della pellicola.
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    Imposta la rapidità della pellicola. Solitamente devi impostare la rapidità del rullino. Alcune macchine però sovra- o sotto-espongono la pellicola in una certa misura, per cui dovrai fare degli scatti di prova per trovare la giusta regolazione.
     
    Distanza iperfocale fotografia Analogica
 

Scattare

Una volta preparata la macchina puoi uscire e cominciare a fare delle foto. sulle fotocamere più vecchie dovrai regolare manualmente tutte quelle impostazioni che le macchine digitali gestiscono automaticamente.

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    Metti a fuoco. Cominciamo da qui perché alcune vecchie reflex necessitano di bloccare l’apertura per impostare le regolazioni, quindi il mirino è molto più scuro ed è più difficile vedere se l’inquadratura è a fuoco oppure no.
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      La Canon EOS 650, una delle prime macchine con messa a fuoco automatica
      Le macchine con la messa a fuoco automatica, diffuse a partire dalla metà degli anni ’80, sono le più facili da usare. Se non c’è la ghiera per la messa a fuoco, o se c’è un interruttore manuale/auto, allora la tua fotocamera ha la messa a fuoco automatica. Dovrai solo premere a metà il pulsante di scatto per regolare il fuoco. Quando la messa a fuoco è completata (solitamente appaiono dei segni nel mirino, oppure un bip fastidioso) puoi scattare la foto. Fortunatamente la maggior parte delle macchine con messa a fuoco automatica, se non tutte, hanno anche la regolazione automatica dell’esposizione. In questo caso puoi ignorare il passaggio seguente sull’impostazione dell’esposizione.
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      Due sistemi di messa a fuoco comuni nelle reflex: l’immagine sdoppiata (nel cerchio al centro) e l’anello prismatico intorno al cerchio. Questa inquadratura è fuori fuoco: nota la linea disallineata al centro e la sfocatura evidenziata dal cerchio prismatico.
      Le reflex manuali sono un po’ più complicate da usare. Le SLR (single lens reflex, ovvero reflex a lente singola) si possono riconoscere dalla “gobba” intorno al mirino e dal pentaprisma. Gira la ghiera della messa a fuoco fino ad ottenere un’immagine nitida. La maggior parte delle reflex manuali hanno due sistemi per facilitare questa operazione. Il primo è lo schermo diviso, proprio al centro del mirino. Le due immagini si allineano quando l’inquadratura è a fuoco. L’altro è un cerchio prismatico intorno al cerchio centrale, che evidenzia le sfocature. Un esiguo numero di macchine avranno anche una spia di conferma della messa a fuoco. Impara a usare questi strumenti se sono presenti.
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      La Leica M7, una bellissima fotocamera a telemetro.
      Reflex a telemetro. Anche queste sono abbastanza facili da usare. Le macchine a telemetro accoppiato mostrano due immagini della stessa inquadratura nel mirino, una delle quali si muove mentre giri la ghiera della messa a fuoco. Quando le due immagini coincidono, fondendosi in un’unica inquadratura, l’immagine è a fuoco.

      Alcune vecchie reflex a telemetro non hanno il mirino accoppiato. Se questo è il tuo caso dovrai trovare la giusta distanza con il telemetro e riportare il valore sulla ghiera di messa a fuoco.
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      La Voigtlander Vito B, una camera a mirino ottico degli anni ’50.
      Le reflex a mirino ottico sembrano simili a quelle a telemetro, ma non danno informazioni sulla distanza dal soggetto. Puoi usare un telemetro esterno o valutare ad occhio la distanza dal soggetto della foto e riportare il valore sulla ghiera di messa a fuoco.
     
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    Imposta l’esposizione. Ricordati che le reflex più vecchie hanno degli esposimetri limitati, che leggono solo una piccola porzione al centro dell’inquadratura. Se il soggetto della foto non è al centro, puntalo nell’inquadratura, misura l’esposizione e poi ritorna sull’inquadratura voluta. Le impostazioni per una buona esposizione variano da una camera all’altra.
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      La Canon A-1, una delle prime reflex completamente automatiche.
      Le reflex automatiche sono le più semplici da usare. Se la tua camera non ha il controllo dell’apertura e della velocità dell’otturatore probabilmente è automatica. Molte reflex compatte lo sono, la più famosa è la Olympus Trip-35. La macchina potrebbe anche avere una modalità “automatica” o “program”. Usandola avrai sicuramente meno problemi. Le Canon e le Nikon moderne, per esempio, hanno una ghiera con una “P” per la modalità auto. Se hai questa possibilità, imposta l’esposimetro su “Matrix” o “Evaluative” e divertiti.
    • Le reflex automatiche con priorità all’apertura, come la Canon AV-1, ti permetteranno di impostare un’apertura e poi sceglieranno automaticamente la velocità dell’otturatore. Per la maggior parte di queste camere è sufficiente impostare un apertura adeguata alla quantità di luce presente, o alla profondità di campo che si vuole ottenere, e la macchina farà il resto. Naturalmente non dovrai scegliere un’apertura che richieda una velocità di scatto più lenta o più veloce di quanto consentito dalla macchina stessa. Se le circostanze lo permettono (devi evitare una foto troppo buia o un campo troppo profondo), non scattare foto con la massima apertura, e non stringere oltre f/11. Quasi tutti gli obiettivi sono più precisi da chiusi che da completamente aperti, e tutti sono limitati dalla diffrazione alla minima apertura.
    • Le reflex automatiche con priorità all’otturatore (a volte sono presenti entrambe le opzioni) ti permetteranno invece di scegliere la velocità dello scatto, e la macchina imposterà automaticamente l’apertura del diaframma. Seleziona la velocità in base alla luce ed eventualmente all’effetto movimento che vuoi dare alla foto. Ovviamente, il tempo di esposizione dovrà essere abbastanza lungo da permettere alla macchina di selezionare un’apertura adeguata, ma anche abbastanza veloce da non creare sfocature se l’impugnatura è manuale.
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      La Praktica MTL3, una reflex manuale molto comune.
      Le reflex manuali richiedono l’impostazione sia dell’apertura del diaframma, sia della velocità dell’otturatore. La maggior parte di esse avranno una scala visibile nel mirino che indica se la foto è sovra o sottoesposta. Se la linea è sopra la metà la foto è sovraesposta, se scende sotto la metà è sottoesposta. Puoi azionare l’esposimetro premendo a metà il pulsante di scatto. Alcune macchine, come le Praktica serie L, hanno una scala dedicata a questo (che blocca l’obiettivo). Imposta l’apertura o la velocità di scatto, o entrambe, a seconda delle tue necessità, finché l’indicatore non rimane all’incirca nel mezzo. Se stai scattando su un negativo (invece che su una diapositiva), puoi rimanere anche un po’ oltre la metà. I negativi hanno una tolleranza molto maggiore alle sovraesposizioni.

      Se il mirino è privo di esposimetro dovrai usare una tabella apposita impararla a memoria, oppure un esposimetro esterno. Puoi usare anche un’altra macchina digitale per questo.
     
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    Correggi l’inquadratura e scatta la foto. Gli elementi artistici necessari per comporre una buona fotografia vanno oltre lo scopo di questa guida, ma troverai altri consigli utili su questo sito.
     
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    Scatta foto fino a terminare il rullino. Capirai di essere arrivato in fondo quando la pellicola non avanzerà più (per le macchine con l’avanzamento automatico), o quando l’avanzamento comincia a sforzare (non premere oltre). Il rullino non finisce necessariamente al raggiungimento delle 24 o 36 foto (o quelle indicate sul rullino). Alcune fotocamere ti permettono di scattare 4 foto extra. Una volta terminate, dovrai riavvolgere il rullino. Alcune fotocamere motorizzate eseguono questa operazione automaticamente quando la pellicola è terminata, altre avranno un interruttore apposito. Se la macchina è manuale, premi il tastino di rilascio, poi gira la leva di riavvolgimento nella direzione indicata (solitamente in senso orario). Ti accorgerai che verso la fine del rullino la leva diventerà più dura da girare, poi improvvisamente girerà liberamente. A questo punto puoi richiudere la leva ed aprire lo sportellino posteriore.
     
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    Fai sviluppare la pellicola. Se scatti su un negativo puoi ancora trovare qualcuno che sviluppa foto un po’ ovunque. La pellicola per diapositive e quelle in bianco e nero richiedono un procedimento molto diverso. Puoi chiedere in un negozio di fotografia della tua zona se hai problemi a trovare uno sviluppatore.
     
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    Controlla se la pellicola ha problemi di esposizione. Guarda se ci sono foto sotto o sovraesposte. Tutte le pellicole tendono ad essere scure quando sono sottoesposte. Quelle per diapositive poi, se sovraesposte, sono molto evidenti. Se non hai sbagliato qualcosa (per esempio l’esposimetro azionato sulla parte sbagliata di inquadratura) significa che c’è un problema nel tuo esposimetro o che l’otturatore non è preciso. Imposta manualmente l’ISO (la rapidità della pellicola) come descritto in precedenza per correggere il problema. Per esempio, se ad un valore di ISO 400 la pellicola è risultata sottoesposta, prova ad impostare su ISO 200.
     
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    Inserisci un altro rullino e riprova. La perfezione si raggiunge solo con l’esperienza. Esci e scatta tutte le foto che puoi permetterti, e non dimenticare di condividere i tuoi risultati con il mondo!
     
 

Consigli

  • Se non usi un treppiede cerca di evitare di impostare una velocità di scatto più bassa del valore reciproco alla lunghezza focale dell’obiettivo. Per esempio, se hai un obiettivo da 50mm, non dovresti usare una velocità inferiore ad 1/50 di secondo, a meno che non sia proprio necessario.
  • Non sforzare gli elementi della macchina. Se qualche cosa non si muove potresti stare facendo il movimento sbagliato, o potrebbe esserci qualcosa di rotto. Di certo la riparazione costerà meno se eviterai di peggiorare il problema rompendo il pezzo incriminato. Per esempio, su molte macchine la velocità dell’otturatore può essere regolata solo dopo averlo bloccato, spesso facendo avanzare la pellicola se l’otturatore è posto nel corpo macchina, oppure con una leva se si trova in un obiettivo che non è collegato meccanicamente al corpo macchina, come nel caso delle fotocamere a soffietto.
  • Senza dubbio esistono delle macchine fotografiche rare che hanno delle peculiarità non descritte in questo articolo. 
 

Riferimenti

ASTE DISPONIBILI ALL’ASTA 

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